Dopo i consueti saluti, arrivederci, baci e pianti (la Vanna indossava maglia Forever friends dei Peanuts, per Dio!) (e adesso giura, adesso giura / adesso giura sopra al mio diario / dove c’é la tua foto che hai dedicato a me / che ho consumato con i baci e pianti / ed io per colpa tua non piangerò mai più) sono partito alla volta (ah, questo linguaggio arcaico!) di Londra.
Per i primi giorni, in linea generale (salvo alcune deviazioni qui e là, per terra o in letti altrui – ma senza il legittimo dormiente, e comunque sempre con un tetto sopra la testa) ho alloggiato in un bed & breakfast trovato su Internet, come mio solito, a 24 ore dalla partenza (per chi conosce Londra: ad Islington, vicino a King’s Cross) dotato, diceva l’annuncio, di futon.
In pratica era un materasso steso a terra a casa di una tizia con una stanza in più che ogni tanto affitta a modico prezzo, ma l’appartamento era accogliente e luminoso. Anche di notte!: data la poca luce del Nord, a questa latitudine le finestre sono spesso giganti e come mi insegna Dalsino, reduce dalla Svezia, in questo periodo dell’anno tra tramonto e alba passano davvero poche ore. Come in tutto il mondo anglosassone la tenda – balconi, tapparelle o veneziane, qui mai esistiti – dovrebbe oscurare la luce mattutina, ma non succede mai. Adesso, poi, è chiaro tipo alle 3 di notte…
Comunque, ho imparato a correre ai ripari!
Ad accogliermi, un odore di chiuso nel vano scale che per me sarà sempre, in qualsiasi posto del mondo, odore di Camposilvano (la casa del nonno in montagna dove andavamo da piccoli, con interni in legno, chiusa per molti mesi all’anno). E, quindi, odore conosciuto e perciò conciliante…
Inoltre, anche un altro confortevole evergreen: lo scolapiatti in legno Ikea, che ti fa sentire a casa ovunque nel mondo!
La breakfast era davvero degna di questo nome e io, che sono qui on a budget, facevo in modo che diventasse anche il mio lunch!
Alice, la padrona di casa, attenta, da quello che ho osservato, al riciclo (abitudine che in una metropoli come Londra non è obbligatoria! Vergogna!) e alla spesa etica, coltiva piantine aromatiche ed altro sulla terrazza (che poi è un tetto dritto senza protezioni), abitudine molto comune a Londra.
La mia guida nei primi giorni, e da prima che partissi, è stato il cugino Niccolò, qui da qualche anno e attualmente impegnato in un dottorato di ricerca alla London School of Economics.
Non lo vedevo da un anno esatto, da quando, nel New Jersey, era stato capo usher al matrimonio!
Tramite Niccolò, che mi ha messo in contatto con un suo amico che sta per lasciare la stanza, ho trovato quella che sarà la mia sistemazione futura qui.
E ora, al lavoro!
Blog Comments
LUCY
Luglio 6, 2011 at 8:19 pm
ma allora non vedono la barbara, regina del reciclo a paint your life!ciao pancrazio benvenuto a paint yopur life…