Ho vissuto a Milano per due anni, dal 2004 al 2006. Ci sono affezionato: è stata la città che mi ha visto “sbocciare”, io che venivo dal paesello come un Renato Pozzetto qualsiasi, anche se all’inizio non ci siamo presi.
Ci è voluto tempo.
Ci vado sempre volentieri.
Sono tornato due settimane fa e ho fatto, come molti in quei primi giorni confusi di “quarantena” e “zona rossa”, questa foto.
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In questi giorni mi sono ricordato di un racconto spedito nell’inverno del 2014, sei anni fa, ad un concorso letterario organizzato dalla municipalità di Milano. I requisiti erano “raccontare la città del futuro, con particolare attenzione ai temi dell’ecologia e della viabilità. I racconti devono essere ambientati nella città di Milano nell’anno 2020; nella storia devono comparire un incontro e il cielo di domani”.
Si vinceva una bici parlante. Che non ho idea di cosa sia.
Mi ricordo che sei anni fa il 2020 mi sembrava lontanissimo. Invece ci siamo dentrissimo e si sta rivelando un anno che ci ricorderemo per sempre.
Un omaggio alla città simbolo della lotta al covid, che scriviamo minuscolo perché non si merita niente.
Lo puoi scaricare qui: