Ieri Francesco ed io abbiamo passato la giornata al centro commerciale qui vicino (spaventosamente uguale ai due di Torri, e a tutti i mall del mondo) perché c’era una job fair: abbiamo mollato giù mille curriculA (!) per lavori di cui non ce ne potrebbe fregare di meno e uno dei due ha anche ottenuto un colloquio per lunedì (indovinate chi dei due? esatto: non me).
“I’m really fashion-forword” ho continuato a dire a tutte le commesse del centro di abbigliamento femminile, e già mi immaginavo vestito da Babbo Natale a mentire a tutte le canadesi su quanto questo o quell’altro vestito stesse loro bene.
Andando al centro a piedi, in una bellissima giornata, ci siamo imbattuti nell’idea da copiare per abbellire la casa degli orrori (dove pare rimarremo in attesa di trovare lavoro: di meglio, al momento, non possiamo permetterci): tappeti d’erba.
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“Halloween sta arrivando“, ha detto un bambino all’altro tra duecento corsie piene di zucche, travestimenti e cioccolatini. Certo, ho pensato io, mancano circa quei 40 giorni, però come dargli torto, quando tutto il mondo del retail ti viene contro.
Poi ho visto la cosa che più mi ha tentato da quando sono in Nord America: tutti gli snack e le barre di cioccolata migliori al mondo, roba che conosco da quando sono nato, il mio pane, insieme per la prima volta in un’unica grande scatola (del resto, è ciò a cui pensa Marcus quando sta per essere picchiato in Un ragazzo di Nick Hornby: Mars, Milky Way, Twix, Kit Kat, Snickers…)
Allora ho sperato anch’io che venisse presto Halloween per aver la scusa per comprare tanto ben di Dio e poi, ovvio, mangiarmelo io.