Sono qui ormai da una settimana e la mia faccia è un’esplosione di brufoli.
Praticamente non faccio altro che mangiare panini e ciambelle e bibite gassate e birra.
La pancia c’è sempre stata quindi non è che cambi molto, ma non vorrei dover cambiare il nome del blog in “POLDOgoingaway”.
Si consideri, inoltre, che prima di qui sono stato a Londra e, come qualcuno dei miei amici sa, sono stati ancora solo panini pizza noodles e alcol.
Qui non posso fare lo spritz con nessuno, quindi almeno consumo meno alcol, ma vado ai deli all’angolo a prendermi la birra perché, insomma, quanno ce vo’ ce vo’.
Side note 1: ieri al deli mi hanno chiesto se volevo il sacchetto di carta per la birra, una delle arcinote abitudini ipocrite americane (quella cioé di coprire col sacchetto la bottiglia dalla quale si beve in strada – l’uso di alcolici su suolo pubblico è proibito. La storia del sacchetto di carta, però, fa in modo che tutti sappiano che sia alcol.
Side note 2: in effetti forse era un po’ prestino, ma oggi quando sono tornato alle 4 con una birra che avrebbe accompagnato il pezzo di pizzza che mi restava da ieri sera, Michael mi ha accolto con un: “Non è un po’ prestino per bere?”. Lo spirito perbenista di questa nazione affiora quando meno te lo aspetti.
Ieri sera, dopo le due ore di telefonata con Arun l’indiano che lavora per Bill Gates, ero talmente stremato e contento allo stesso tempo di avere l’Internet back, che mi sono premiato con la mia prima telefonata al pizza delivery (Pizzeria “Famiglia” tra Broadway e 110…) finché mi montava l’ansia di sapere quanto avrei dovuto dato di mancia al delivery guy (che poi era un portoricano cinquantenne)(1 dollaro, comuqne… L’è sta’ contento…).
La pizza era buona, forse un po’ troppo aglio…
Stasera invece sono andato col mio amico Bacilio, che faceva il giornalista per una rivista trade di oro e quindi conosciuto in fiera a Vicenza, mentre ora sta studiando per diventare avvocato (!!), a mangiare a Chelsea in un posto scelto da lui – dove va sempre col suo partner italoamericano – che si chiama, guarda un po’, “Trattoria italiana”.
A parte le abitudini (Bacilio ha mangiato pizza E pasta, una cosa impensabile per qualsiasi italiano), il menu aveva abbastanza di italiano, e molto di italoamericano: il piatto che s’è pappato Bacilio era PENNE CON BROCCOLI E POLPETTE.
Sepolto tutto naturalmente sotto una valanga di parmigiano.
Io ho finalmente mangiato un’insalata!!! Che non mi è arrivata con alcuna salsa!!!
Sto rinviando da tre giorni la spesa (e anche la laundry, che dev’essere, per carità, un’esperienza interessante e comunque tipicamente newyorkese).
Domani mi toccano tutte e due.
Anche perché ormai in casa siamo in tre: Michael, io, e il sacco della mia roba sporca, e io vado in giro nudo.
Domani cercherò anche di raccontarvi cos’ho fatto nel frattempo ma, finché sono in forze – è mezzanotte – cerco di farlo già ora, per quanto riguarda sabato e domenica.
Intanto, fuori continua a piovere. Per tornare a casa mi sono spinto, per un giro strano che fanno le metropolitane in un’isola rettangolare, fino al ponte di Brooklyn per cambiarla (ma ancora non l’ho visto bene, me lo sto tenendo per il weekend – sabato vorrei andare a un reading pubblico nella biblioteca centrale là e domenica sono stato invitato ad un brunch sempre là).
Con la pioggia, inutile dirlo, la città ha un’atmosfera ancora più magica.
Mi sono anche beccato i tombini fumanti (first time ever) e i sorxi sui binari della metropolitana (questo momento, invece, avrebbe anche potuto non arrivare mai).